Laureati in architettura iscritti all’albo ingegneri? Il Cni chiarisce

Il 2 dicembre scorso una delegazione del Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha incontrato il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, per discutere del tema della formazione e dell’accesso all’Albo degli ingegneri. La delegazione, guidata dal presidente Armando Zambrano, ha presentato in questa occasione un pacchetto di proposte e richieste:

  • il riordino della disciplina in materia di formazione universitaria ed accesso all’Albo degli ingegneri;
  • l’ammissibilità dei laureati in Architettura col vecchio ordinamento a sostenere l’esame di Stato per l’abilitazione alla professione di ingegnere e conseguente iscrizione al relativo Albo;
  • l’introduzione di un tirocinio facoltativo per gli ingegneri della durata di 6 mesi;
  • la promozione della stipula delle convenzioni fra Consigli Nazionali e Università per la formazione continua;
  • un intervento sul fatto che i docenti svolgono il ruolo di commissari negli esami di Stato per l’abilitazione professionale
  • un intervento per accelerare la stipula della Convenzione Anvur-Quacing per il riconoscimento delle certificazioni della qualità degli accreditamenti Eur-Ace;
  • la nomina dei “membri aggregati” (che intervengono nelle Commissioni per gli esami di Stato qualora manchino esperti nelle materia che formano oggetto delle singole prove), effettuata direttamente da parte degli Ordini provinciali degli Ingegneri.

Il punto legato all’ammissibilità dei laureati in architettura all’albo degli ingegneri ha suscitato numerose controversie, sulle quali il Consiglio nazionale ingegneri ha sentito la necessità di intervenire in forma di precisazione.

“Apprendiamo con rammarico – ha detto Zambrano – che a causa di interpretazioni errate si corre il rischio di creare frizioni che non hanno motivo di essere all’interno delle professioni italiane. Queste hanno fatto un passo storico costituendo la Rete delle Professioni Tecniche che sta ottenendo risultati straordinari resi possibili anche dagli ottimi rapporti reciproci”.

“Desideriamo precisare che noi ingegneri abbiamo chiesto un incontro al Ministro Giannini perché siamo alle prese con una serie di problematiche specifiche che abbiamo la necessità di risolvere. Una di queste è quella del ciclo di studi quinquennale che noi abbiamo soltanto per l’indirizzo di ingegneria edile-architettura.

Le proposte avanzate al ministro dell’Istruzione, sostanzialmente, vanno lette come la richiesta di un intervento globale sulla formazione universitaria degli ingegneri, attraverso una riorganizzazione dei corsi, anche al fine di evitare la loro proliferazione. Non a caso, tra le altre cose, è stato chiesto di accelerarela stipula della convenzione tra Anvur e Quacing per il riconoscimento delle certificazioni della qualità degli accreditamenti Eur-Ace. Tutti punti sui quali, spiega il Cni, il Ministro Giannini ha manifestato grande attenzione”.

“Quanto alla questione dell’accesso alla professione – precisa Zambrano – non esiste alcuna interferenza con gli architetti. Nel corso del nostro incontro, infatti, abbiamo illustrato al Ministro Giannini la problematica originata dal pronunciamento del Miur del 2012, in forza della quale alcune università ammettono i laureati in architettura all’esame di abilitazione per la professione di ingegneri. La nostra posizione è chiara. I nostri ordini provinciali stanno ricevendo numerose richieste di iscrizione all’Albo da parte di laureati in architettura col vecchio ordinamento e regolarmente le rifiutano. Al Ministro Giannini abbiamo chiesto proprio un intervento finalizzato alla revoca di una circolare sbagliata che consente l’accesso agli esami di Stato di ingegnere agli architetti, mettendo fine a queste richieste di accesso all’Albo degli ingegneri da parte di laureati in architettura. Ripeto, dunque, che non c’è alcuna interferenza nei confronti degli architetti con i quali abbiamo ottimi rapporti e condividiamo battaglie ed iniziative”.

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